Gruppo plastico in porcellana bianca, smaltata, a figure grandi.
Noto come il “ Madrigale ”.
In realtà questa scultura non rappresenta la scena di un madrigale, bensì una allegoria dell'amore ferito.
Il nobiluomo si sinistra, ben distinguibile dagli abiti signorili, strappa la fanciulla dalle braccia del suo giovane amato sulla destra che sdegnato si retrae con un gesto di stizza.
Sul recto Amore ha la faretra a terra e sembra assistere senza intervenire, mentre sul verso Anteros spegne la fiaccola capovolta per terra. Gesto eloquente per chiarire il dramma: la fanciulla, promessa del giovane contadino, sembra decisamente retrarsi innanzi allo strappo del signorotto, mentre il giovane tenta una reazione.
Insomma non è amore, ma l'amore ferito, simboleggiato dalla fiaccola spenta da Anteros.
Eccezionale gruppo grande, le figure poggiano sulla base a rocaillle tipica di quiesta manifattura, il tutto in pasta bianchissima, segno che ad Este si usava certamente caolino di diverse estrazioni.
Questo in assoluto è uno dei più bei gruppi usciti da questa fornace, molto ben articolato e partecipato.
Non sembra opera del celebre Varion che preferiva figure piccole e rotondette,
ma di un valido artista forse dello stesso G. Franchini
, suo collaboratore, che fu orafo nonchè scultore.
Bibliografia:
A.M Molfino: L'ARTE DELLA PORCELLANA IN ITALIA , Tomo I fig 341
Saul Levy : LE PORCELLANE ITALIANE tav. 147, erroneamente attribuito a Treviso
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