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Vicenza
MANIFATTURA VICENTINI
DAL GIGLIO O SEBELLIN

Gruppo in porcellana
Fine sec XVIII, inizi XIX
Dimensioni: h 26,5 cm
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Questo gruppo di quattro figure, noto come il “ratto delle sabine”, viene da sempre assegnato alla manifattura Antonibon.
Invero questa scultura, scolpita a tutto tondo è senza alcuna ombra di dubbio da porre nel catalogo delle plastiche uscite dalle fornaci di Vicenza.
I termini che contraddistinguono queste sculture vicentine a più figure sono:
le figure non sono scolpite singolarmente e poi assemblate le une alle altre per formare un gruppo, (come quasi sempre avviene nei gruppi prodotti a Nove, così come in molti prodotti a Venezia dal Cozzi), ma sono delle vere e proprie sculture a tutto tondo, nate per raccontare un episodio, un'allegoria, un idillio ecc.
Caratteristica che fa di questo artista un conoscitore provetto della scultura.
Si potrebbe comunque obiettare che potrebbe trattarsi di uno scultore poco noto, ma comunque di Nove. Ma qui subentrano le conoscenze acquisite; il gruppo riportato nella terza scheda, comparso negli anni '80 in una vendita all'asta riportava nella descrizione……. tracce di giglio azzurro sulla base, flebile prova per assegnarlo decisamente a Vicenza, ma la pasta grigio scuro, così sabbiosa, che appare sempre in tutti i gruppi, così diffusamente puntinata, quasi sporca, è prova inconfutabile che queste sculture non son né Nove, né Cozzi.
Probabilmente a Vicenza o non sapevano o non volevano raffinare il caolino che presenta un'altissima percentuale di sabbia.
Tutti questi gruppi quindi hanno le medesime caratteristiche:
  1. scolpiti in un unica plastica, i gruppi nascono a tutto tondo, le figure non sono singolarmente prodotte e poi unite tra di loro.
  2. sono sculture a figure grandi.
  3. la pasta è inconfondibile; grigio scuro con una miriade di puntinature “pulci” sabbiose.
Aver tolto dal catalogo novese questo gruppo nulla toglie al giudizio finale di questa scultura, che troviamo eccellente e del tutto inusuale. Rivalutando invece, una manifattura ritenuta marginale, che dimostra che, se pur nata al finire del ’700 a Vicenza, aveva un valente scultore che ha lasciato una traccia inconfondibile del suo lavoro.







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